giovedì 21 settembre 2017

Racconti di penne e di piume del Mediterraneo vol. 2

Capitolo 14. Il falco pecchiaiolo, un rapace introverso

Il falco pecchiaiolo deve il suo nome alla strana caratteristica, per un rapace, di alimentarsi di api (pecchie), Anche il nome scientifico, Pernis apivorus lo testimonia. Non è una nomea abusata. Pur non essendo un imenotterofago obbligato, la sua dieta è costituita essenzialmente da api e vespe. La simbologia un po’ teatrale e iperbolica del rapace super-predatore, quindi del “super-rapace”, nel pecchiaiolo non ha proprio ragion d’essere. Un falco dai modi timidi, un gentleman.

Tolfa, 13 luglio 2013. Con Daniele ci aggiriamo fra pascoli e garighe per compiere rilevamenti sull’avifauna. Risaliamo da Prato Rotatore, su per la sterrata. C’è un Pecchiaiolo, posato sopra un paletto di una recinzione di un pascolo di vacche maremmane. Una scena non inconsueta in Maremma, ma sempre ricca di pathos e bellezza. Le tacche marroni sul petto candido, sono uno splendore. In questo scenario fatto di pietre e di una vegetazione arbustiva rada, appare un secondo protagonista del racconto: un’averla capirossa, il passeriforme predatore, che come i suoi congeneri Lanius è una specie bellissima. Non ci aspettiamo, ciò che sta per accadere. La capirossa inizia a volteggiare di fronte al pecchiaiolo, si distanzia un po’ ed è a cinque metri dal rapace. Si mette in stallo ed emette vocalizzazioni d’allarme. Il falco pecchiaiolo appare disturbato, ma ciò che gli stava per capitare, crediamo non se lo aspettasse neanche lui. L’averla capirossa inizia a inscenare attacchi coraggiosi e violenti al “pecchia”. Non sono simulazioni a carattere di avvertimento, arriva come un lampo e artiglia il pecchiaiolo sulla testa ripetutamente, si risolleva e continua gli attacchi, lo becca in posizione carpale con una furia spaventosa. Per il pecchiaiolo è troppo, infastidito e sbalordito, lascia con volo dondolante il posatoio. L’averla vincitrice e baldanzosa torna sulla cima del perastro e strilla. La scena è stata forte e meravigliosa, tuttavia ha una spiegazione piuttosto semplice. Il pecchiaiolo aveva inconsapevolmente superato il territorio riproduttivo di un’averla. Il territorialismo di solito si manifesta nei confronti dei conspecifici, ma non sempre è così: esiste il territorialismo eterospecifico, quando la difesa di un’area o di una risorsa sono rivolte anche nei confronti di individui di altre specie. Il “mobbing” delle cornacchie nei confronti di ogni specie che passa entro i confini dei loro territori, ne è l’esempio forse più eclatante.

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