Capitolo 14. Il falco pecchiaiolo, un rapace introverso
Il falco pecchiaiolo deve il suo
nome alla strana caratteristica, per un rapace, di alimentarsi di api
(pecchie), Anche il nome scientifico, Pernis
apivorus lo testimonia. Non è una nomea abusata. Pur non essendo un
imenotterofago obbligato, la sua dieta è costituita essenzialmente da api e
vespe. La simbologia un po’ teatrale e iperbolica del rapace super-predatore,
quindi del “super-rapace”, nel pecchiaiolo non ha proprio ragion d’essere. Un
falco dai modi timidi, un gentleman.
Tolfa, 13 luglio 2013. Con
Daniele ci aggiriamo fra pascoli e garighe per compiere rilevamenti
sull’avifauna. Risaliamo da Prato Rotatore, su per la sterrata. C’è un
Pecchiaiolo, posato sopra un paletto di una recinzione di un pascolo di vacche
maremmane. Una scena non inconsueta in Maremma, ma sempre ricca di pathos e
bellezza. Le tacche marroni sul petto candido, sono uno splendore. In questo
scenario fatto di pietre e di una vegetazione arbustiva rada, appare un secondo
protagonista del racconto: un’averla capirossa, il passeriforme predatore, che
come i suoi congeneri Lanius è una
specie bellissima. Non ci aspettiamo, ciò che sta per accadere. La capirossa
inizia a volteggiare di fronte al pecchiaiolo, si distanzia un po’ ed è a
cinque metri dal rapace. Si mette in stallo ed emette vocalizzazioni d’allarme.
Il falco pecchiaiolo appare disturbato, ma ciò che gli stava per capitare,
crediamo non se lo aspettasse neanche lui. L’averla capirossa inizia a inscenare
attacchi coraggiosi e violenti al “pecchia”. Non sono simulazioni a carattere
di avvertimento, arriva come un lampo e artiglia il pecchiaiolo sulla testa
ripetutamente, si risolleva e continua gli attacchi, lo becca in posizione
carpale con una furia spaventosa. Per il pecchiaiolo è troppo, infastidito e
sbalordito, lascia con volo dondolante il posatoio. L’averla vincitrice e
baldanzosa torna sulla cima del perastro e strilla. La scena è stata forte e
meravigliosa, tuttavia ha una spiegazione piuttosto semplice. Il pecchiaiolo
aveva inconsapevolmente superato il territorio riproduttivo di un’averla. Il
territorialismo di solito si manifesta nei confronti dei conspecifici, ma non
sempre è così: esiste il territorialismo eterospecifico, quando la difesa di
un’area o di una risorsa sono rivolte anche nei confronti di individui di altre
specie. Il “mobbing” delle cornacchie nei confronti di ogni specie che passa entro
i confini dei loro territori, ne è l’esempio forse più eclatante.
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